Arte, tradizioni e folklore

La storia di Ittiri

la storia di Ittiri affonda le radici nell'epoca nuragica. Il paese conobbe un periodo di sviluppo sotto i romani e poi, nel medioevo, grazie ai cistercensi. Dopo i lunghi secoli del feudalesimo aragonese, a partire dal tardo ottocento è iniziata l'età moderna

Ittiri, cittadina della subregione del Logudoro, può vantare una storia estremamente antica. Fu abitata in epoca nuragica dalle tribù dei Coracenes, come attestato da Tolomeo: a questo periodo risalgono le numerose Domus de Janas, qui appellate "Coroneddos”, e i nuraghi. Nel corso dei secoli vari popoli si stabilirono nella zona, dai libici agli etruschi passando per i cartaginesi e infine i romani. Sotto la dominazione di questi Ittiri conobbe un periodo di fortuna e sviluppo: infatti la zona era uno snodo della via del grano tra Hafa e Turris Libissonys.

Dopo l’anno Mille i monaci cistercensi si insediarono nella zona e gradatamente la colonizzarono, convertendo vaste porzioni di territorio all’agricoltura ed erigendo l’abbazia di Paulis e la chiesa campestre di Coros. Ittiri fece parte del Giudicato di Torres nella curatoria di Coros e, alla caduta di questo nel 1259, fu travolta dalle lunghe e sanguinose lotte tra i genovesi Doria e il giudicato di Arborea. Alla metà del Trecento una nuova potenza si impose definitivamente: gli aragonesi che concessero il paese in feudo a potenti famiglie della zona. 

Dopo una disastrosa epidemia di peste nel 1376, nel 1541 venne affidata a Bernardo Simon e nel 1770 ai Ledà. Nel 1795 ci fu una violenta insurrezione dei contadini: venne occupata la casa baronale e l’ufficiale di giustizia fu costretto ad andarsene insieme ai suoi ministri. Era il preludio al crollo del feudalesimo che avvenne nel 1839.

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