Il territorio

Storia e caratteristiche del Logudoro

il logudoro è una regione storica della sardegna settentrionale contenente anche ittiri e ozieri. Celebre per la fertilità della terra, raggiunse l'apice al tempo del giudicato e ancora oggi pullula di sontuose chiese romaniche. Tra i suoi boschi proliferano cinghiali, ricci e lepri

È la subregione sarda dove si trova Ittiri, tra la Gallura e l’algherese: stiamo parlando del Logudoro, conosciuto come Logudor ad Alghero e Loggudoru a Sassari. I confini di questa terra sono incerti ma vengono fatti coincidere con la zona dove viene parlato il dialetto logudorese, delimitata a settentrione dai monti di Osilo-Nulvi, a est dal fiume Coghinas, a sud dalla Costera del Montiferru e  a ovest dal mar di Sardegna. Il suo fulcro è Ardara, antica capitale del Giudicato di Torres.

Proprio in questa città venne redatto nel 1064 il primo documento scritto contenente la parola Logudoro, un atto di donazione per conto del judike Barisone. L’etimologia è anch’essa incerta, alcuni sostengono derivi dall’antico popolo dei Luguidonensi, altri lo fanno derivare da Locus Horim, termine bizantino che vuol dire "distretto”. Storicamente il periodo di splendore coincise con il Giudicato di Torres, in questo periodo furono erette numerose chiese romaniche tra cui l’imponente basilica di Sant’Antioco di Bisarcio ad Ozieri.

Oggi la zona continua ad essere nota per la sua eccellente fertilità che garantisce prosperità alle tante aziende agricole. Tra le sue colline e i boschi di querce e lecci abbondano cinghiali e lepri mentre i cieli sono solcati da upupe, gheppi e le maestose aquile reali. I suoi abitanti custodiscono gelosamente le tradizioni millenarie del Logudoro, sia quelle gastronomiche con i tanti piatti tipici che quelle religiose, a tutt’oggi molto sentite e partecipate.

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